S.FRANCESCO, 4 OTTOBRE
Quanto è difficile parlare secondo la giusta misura di un uomo sostanzialmente semplice, ma ricco di vita! Fin dai primi anni della sua conversione è diventato una icona pop, buona per tutte le stagioni.
Per quanto sia quasi impossibile non esaltarlo, ritengo invece che sia opportuno vederne l’inattualità e le contraddizioni. È stata la posizione dell’ordine dei frati minori, che, per dire a suo modo Francesco, ne ha preso le distanze. Solo da lontano possiamo seguirti, padre Francesco. Oggi invece la famiglia francescana vorrebbe intrattenere con lui un rapporto più stretto, per carpire il segreto della sua vitalità. Ne avrebbe bisogno.
Francesco va come il pane se è coniugato con la pace, l’ecologia e la fraternità, che decliniamo sotto lo stile della relazione. Funziona meno la povertà, che testimonia le lotte intestine e laceranti dei frati. A questo proposito Francesco è stato sicuramente molto intransigente. Aveva scoperto nei lebbrosi e nei poveri il volto di Cristo Crocifisso povero e umile.
Quanto all’incontro con il Sultano, manteniamo Francesco entro il perimetro medioevale. Non ha lo stile del crociato, ma quello di un pertinace evangelizzatore, sia pure dialogante.
E la cultura? Francesco conserva un atteggiamento fortemente anticulturale in un mondo che ne sentiva il bisogno. Eppure ha prodotto cultura come nessuno mai: una ermeneutica biblica di qualità; una riflessione spirituale molto intensa sul Cristo Crocifisso; la poesia in volgare…Tra lui e la teologia scolastica c’è
un abisso, presto colmato dal ritratto che ne farà Bonaventura. Ironia della sorte.
Francesco non ha lo spirito del rivoluzionario, né spinge il proprio evangelismo oltre i confini della chiesa. Non condivide nulla con gli eretici. Vuole essere chiesa a pieno titolo, perché dalla chiesa e dai suoi preti ha ricevuto Cristo, i sacramenti e la Parola di Dio. Accetta persino di sottomettersi alle strutture ecclesiastiche. Però con un suo stile: la prima fraternità francescana è una piccola chiesa secondo l’indicazione delle lettere di Giovanni.
Ebbene questo uomo così inimitabile e inattuale, che sorprendentemente dialoga con tutti, ma non viene a patti con la propria intransigente singolarità, viene cercato e imitato da molti. Ha semplicemente introdotto nel proprio tempo uno stile evangelico paradossale. Una scommessa di vita riuscita e sconfitta. Rispetto alle più autorevoli esperienze monastiche del tempo, Francesco vive Cristo da laico e in mezzo alla strada. Che sia anche questa una delle ragioni del suo fascino’