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ACLI CHIVASSO

Chi sono i duri e puri?

DI QUESTI TEMPI 260

Siamo liquidi, et-et, o duri e puri, aut-aut? In prevalenza liquidi.

Le apparenze ingannano, perché la storia è un campo di battaglia. Il gioco più gettonato è occidente contro il resto del mondo. Però anche Trump, che è il macho dei titani, sta stringendo la mano a Putin. Tra eguali ci si riconosce.

La banda Mieloni vorrebbe farci credere che è tutta di un pezzo. Ma va là! Dicono a corto muso di poter difendere i confini italiani; e poi buttano apposta la palla fuori dal campo in Albania. Liquidi sono. La Mieloni, che vorrebbe ragionare in politica come una scienziata, dà i numeri con la calcolatrice nella mano. Liquida è. Come quando non riesce a reggere dal vivo l’impatto con la stampa, e si fionda in bagno.

E il nostro Marte della guerra, che parla ai passeri di giorno e di notte di pace, con il chiodo fisso della guerra? Liquido è.

Ma anche i fratelli pacifisti, che vorrebbero abbracciare Putin, sono liquidi? Dipende se si stringono al petto anche Zel.

Il papa, che fulmina le abortiste, e il giorno dopo è tutto rose e cioccolatini con la Bonino? Ci deve essere stata una piccola confusione. Però è liquido. Come nostro Signore, che ha svuotato l’inferno, e pranzato con i peccatori.

Trump si mostra di facciata un duro e puro. Salvini rode di invidia. Lui vorrebbe lasciare i poveri cristi a bagnomaria; costruire quel maledetto ponte; almeno la tav; ritornare all’origini padane, senza incocciare in Bossi; riabbracciare Putin; superare a destra la Mieloni , senza finire nel buco cosmico; farsi un insuperabile liquido mojito. Nordio, al senato, cercherà la fiaschetta di un mite san bernardo. Schillaci si è già tuffato nella sanità privata, che è senza la coda. Feroci mollaccioni. Teatranti imitatori di Benito.

Di duri e puri ne rimarrebbero Trump e quell’innominato di Netanyahu. O no?

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