Non solo il Vaticano, anche le nazioni più secolarizzate hanno i loro principi non negoziabili. Però, mentre le chiese hanno cancellato l’idea della guerra santa, in loro è spuntato il chiodo fisso bellico, ipocritamente attenuato dal fine che giustifica il mezzo.
Le nostre democrazie occidentali insistono nel proiettarsi al passato. E sul passato costruiscono il futuro del mondo. Siamo rimasti alla logica del tempo delle crociate. Per cui la guerra è la santa via della pace. La scopa della provvidenza. L’igiene del mondo. Legittima, nobile, giusta. Andiamolo a spiegare ai popoli che i potenti della terra, i padroni del vapore, vogliono il loro bene. La pace per la pace, subito insieme tutti seduti allo stesso tavolo, è ritenuto qualcosa di profondamente immorale. Putin, il capro espiatorio. E non si vede neanche una piccola luce di speranza.
Si è criticato per secoli il dogmatismo delle chiese, per sdoganare un dogmatismo nichilista da farti drizzare il pelo. Lo si vede bene in questi giorni. C’è nelle penne dell’informazione che conta il gusto perverso di pretendere la risposta vendicatrice iraniana a Israele. E si sta pregustando la sua risposta preventiva. O la narrazione ipocrita dell’invasore e dell’invaso, evitando di far conoscere i movimenti della storia. In quanti ci sono caduti! Polli da allevamento.
Intanto la guerra si allarga come una macchia di olio. Ma è per fare la pace!
L’eclisse della ragione è dovuto alla mancanza del lavoro concettuale delle èlites culturali. Su questo non ci piove. In questo vuoto culturale i presunti proprietari del mondo ci sguazzano. E noi ci lasciamo le piume. Un poco di senso critico, no?