(di questi tempi 278)
Diciamolo con franchezza. A Trump-Musk i poveri stanno sulle palle. E si regolano di conseguenza. Proprio per questo vantano una nutrita serie di ammiratori, rapiti dal loro coraggio di far fuori più di due terzi di umanità. A tenergli la coda non mancano i nostrani Mieloni la Tap, e Cicciobello Salvini. La Ciociara si sgola nell’elogiarli. Bravissimi anche se aumentano dazi? Siamo sì, perché siamo diventati patrioti dell’America sudista. L’Italia è solo più una appendice del mondo. E la Mieloni è ormai parte del grande gioco. O crede di esserlo.
Cicciobello è meno affettivo. Non ha nel suo DNA un retroterra sanguigno come la Tap. Di questi tempi vorrebbe trasformarsi in Homo Faber, ma non ne azzecca una. Se sale su un treno, gli rimane la maniglia della porta in mano. Ha un bisogno viscerale di Musk, perché gli risolva i problemi di casa. Per esempio, vorrebbe imparare il trucco di far volare il ponte. Come Musk ha qualcosa di fanciullesco, mentre Trump si porta addosso quel tanfo acido di potere, che tanto vorrebbe la Tap. E poi Cicciobello, legandosi all’Uomo Celeste, finalmente scavalcherebbe l’insidioso rivale Vannacci.
Il fascino, che i nostri sentono maggiormente per due affaristi è che vogliono cambiare le regole, che hanno finora determinato gli equilibri mondiali. Anche i nostri vorrebbero cambiare la storia. Non sanno poverini, che quello che è scritto è scritto.