(Di questi tempi 284)
La Mieloni viene in parlamento e spara a freddo una mitragliata sulla Europa che non vuole. Si sofferma sul Manifesto di Ventotene, che auspicava la nascita di una Europa federata, ben oltre i fetidi nazionalismi imperiali nazi-fascisti. I giovani, che la pensarono, erano stati deportati al confino proprio da costoro.
In un momento critico di transizione dell’Europa, di pericolose fanfaronate trumpiane, e nell’imminenza del 25 aprile, la Mieloni ribadisce la propria scelta di campo. Ha vinto le elezioni. Dunque ritiene di poter dire e fare quello che vuole, violando la libertà che le viene dalla resistenza e dalla costituzione. Si è messa chiaramente fuori dal recinto della democrazia. Vuole cambiare la storia: dalla liberazione alla repressione. È questo che gli italiani vogliono? Rimettiamo in campo i sani principi dell’Europa giacobina. Magari coniugandoli con un testo ancora più rivoluzionario, il Magnificat di Luca. Qui c’è la visione di Dio sulla storia del mondo, che non corrisponde per niente a quella della Mieloni: ha rovesciato i potenti dai troni/ha innalzato gli umili/ha ricolmato di beni gli affamati/ha rimandato i ricchi a mani vuote. Salvini, hai sbagliato rosario!